No, cari amici: non sono un "collezionista di awards" nel senso di colui che insegue qualsiasi diploma o altra manifestazione in radio... ma...
Ma ascoltando una grande quantità di stazioni con prefisso RP75 non ho resistito alla tentazione di partecipare all'award di commemorazione del 75.mo anniversario della fine della seconda Guerra Mondiale, colpevole, anche e soprattutto, la forzata permanenza tra le mura domestiche.
Si tratta del ben noto Pobeda Awards dove "pobeda" non è altro che la parola russa che indica "vittoria". Quindi, vittoria dell'Armata Rossa contro i nazisti di Hitler. La commemorazione è fatta ogni anno in questo stesso periodo e rappresenta un appuntamento interessante nel mondo della radio.
Inutile dire che la quantità di stazioni in aria è considerevole come degna di nota è anche la qualità e professionalità dei grafisti russi e la loro capacità di gestire il Pile-Up; ed anche in questo caso, il grande supporto informatico, con le pagine del sito https://pobeda.srr.ru/ che ospitavano le informazioni sui nominativi speciali, il loro significato e una pagina di spots dal dx cluster per trovarle.
Quindi, un diploma facile, se vogliamo.
Interessante, però, il significato di ogni nominativo speciale: al solito, i Russi, hanno voluto collegare una città alla Seconda Guerra Mondiale, significando e rimarcando quella rimonta militare che li portò a ricacciare l'invasore e ad inseguirlo, senza alcuna tregua, sin nelle strade di Berlino.
Ed ecco che CI sono le stazioni speciali dedicate alle undici "Città eroiche", quelle delle 36 città della gloria militare e quelle delle varie regioni e repubbliche dell'immensa nazione russa, tutte ugualmente rappresentate e molte collegate in appena due giorni di attività con segnali incredibili ed esclusivamente in CW, arte in cui i colleghi russi eccellono, nonostante il diverso alfabeto in uso. La combinazione di vari QSO consente di acquisire sia il diploma base che gli altri, che necessitano di collegamenti specifici per essere conquistati.
Il "Diploma della Vittoria" ha avuto lo start il 2 di maggio, in contemporanea con vari contest (tra cui quello ARI) ma sono bastate le bande WARC dei 30 e 17 metri ed alcune puntate in 20 metri per consentirmi di completare il numero di stazioni richieste per il diploma base (bastano solo 75 punti ed ogni stazione conta due punti): quindi, se volete cimentarvi, ci sono ancora sette giorni per conquistare il vostro Pobeda Awards ed il divertimento è garantito! Ed inoltre è una buona occasione per fare pratica con la telegrafia, ed i pile-up a velocità, a volte, davvero spinte.
Con questo articolo colgo l'occasione per semplificare tutto quanto è stato trattato nel corso degli ultimi Meeting fatti.
Lo schema che vedrete di seguito è il risultato di un grande lavoro svolto nel tempo: sia lato RF, che lato Server, che ad oggi si concretizza, come descritto, in una parte di un grande progetto in corso d'opera, che grazie anche alle notevoli capacità tecniche informatiche del collega Claudio IZ7KYS, che ringrazio per la sua caparbietà, riesce a mantenere vivo il concetto di interconnessione e transcodifica dei vari protocolli e non da poco, il lavoro svolto da tutto il Team di colleghi, sempre pronti a dare il proprio contributo.
Importante sapere che il sistema è in test e in continua evoluzione, pertanto se si dovessero verificare dei mal funzionamenti vi chiedo di avere pazienza e magari segnalateci quanto riscontrato all'indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure via contatti Whatsapp/Telegramm.
Questa configurazione sarà operativa al completo, come descritta nello schema, principalmente durante i weekend (sabato e domenica) per poi durante la settimana ritornare nella configurazione con la logica nazionale, che verrà schematizzata nei prossimi incontri.
Il 25 aprile è una data memorabile per l'Italia: infatti, è festa nazionale. Non solo, è il giorno in cui si commemora un santo importante, San Marco, patrono della città della laguna ed anche uno dei redattori dei quattro Vangeli canonici.
Tutte ricorrenze importanti, quindi, ma, per noi Radioamatori, il 25 di aprile ha una valenza speciale. Infatti, in questo stesso giorno del 1874, nasceva a Bologna colui che avrebbe reso possibile, poco più di vent'anni dopo, il nostro hobby preferito. In quel lontano giorno di San Marco, nasceva il nostro Guglielmo Marconi.
Il piccolo Guglielmo era figlio del ricco possidente terriero Giuseppe che, insieme agli altri due fratelli, l'avvocato Giovan Battista ed il prelato don Arcangelo, aveva ereditato la grande villa di famiglia, posta a due passi da una collina nota come "dei Celestini" perché, un tempo, vi sorgeva un convento dello stesso ordine, fondato poco prima del 1400; la grande villa era nota a tutti come Villa Griffone. La madre del giovane Marconi, invece, seconda moglie di Giuseppe rimasto vedovo qualche anno prima, era Annie Jameson, irlandese ma giunta a Bologna per studiare canto lirico.
I Jameson sono una importante famiglia di imprenditori dell'impero britannico: il loro business era rappresentato, a quel tempo, da una importante fabbrica di Whiskey, ancora oggi esistente e molto nota: la Jameson & Sons.
Guglielmo non frequentò la scuola ma, come si usava nelle famiglie di un certo rango, ebbe dei precettori privati e, dalla madre, apprese, sin da subito, l'inglese. A quattordici anni già manifestava uno spiccato interesse per la fisica e l'elettricità. Il suo interesse era così marcato che il padre decise, spinto dalla moglie, di regalare al figlio l'abbonamento alla rivista "L'Elettricità", pubblicata in quegli anni a Milano e dove scrivevano i grandi nomi della fisica del tempo. Il giovane leggeva avidamente ogni articolo e ne replicava con cura gli esperimenti. Aveva avuto il permesso dai genitori, di allestire un laboratorio nella "Stanza dei Bachi" della villa di famiglia. Si trattava di uno stanzone in soffitta usato dal nonno Domenico per allevare i bachi da seta ed ormai non più usato. Quello stanzone polveroso, all'ultimo piano della grande costruzione al centro di una proprietà di oltre di 9 ettari, era la sede ideale per lo shack e, se qualcuno cercava Guglielmo, era certo di trovarlo lì, tra scartoffie, appunti, strane costruzioni di legno e metallo, grovigli di fili.
Appena diciottenne, coinvolgeva nei suoi esperimenti il povero maggiordomo di famiglia, Luigi Mignani che, comunque, con garbo lo assecondava; fece anche di tutto per conoscere un professore della locale università bolognese, il professor Augusto Righi che accettò di incontrarlo più volte. Purtroppo, ogni volta, era la stessa storia: Guglielmo esponeva le sue teorie ed i suoi esperimenti, chiedendo pareri, spiegazioni, consigli; era concitato, confuso, sognatore come solo i giovani della sua età sanno essere. Il professore, al contrario, cercava di convincerlo a tornare agli studi ed a coronare i suoi esperimenti con un titolo che gli avrebbe dato accesso agli ambienti accademici.
Ma niente era più lontano dello studio per il nostro giovane ricercatore. Lui preferiva sperimentare, provare, cimentarsi con una materia spesso oscura, leggendo ciò che meglio poteva aiutarlo a districare i problemi.
Lo studio era anche il cruccio del padre Giuseppe: egli avrebbe tanto voluto che suo figlio, una volta preso un valido titolo di studio, lo aiutasse nella gestione delle terre di famiglia da cui, da tre generazioni, i Marconi traevano ricchezza e profitto. Ma niente: Guglielmo non voleva sentir ragioni!
I suoi esperimenti continuavano senza pace. Ormai in casa non lo si vedeva quasi più e, con lui, neanche il maggiordomo, divenuto ormai il suo aiutante preferito.
Quella mattina del primo martedì di luglio del 1895 era una di quelle che giungevano al termine di una notte calda ed insonne. Gli esperimenti lo avevano portato a provare e riprovare ed ora, era giunto il momento della fatale verifica finale. Era sua intenzione verificare se le onde hertziane prodotte dai suoi congegni fossero in grado di superare gli ostacoli e la collina dei Celestini, posta proprio di fronte alla grande villa era, da sempre, l'ostacolo per eccellenza. Aspettò, con impazienza, che arrivasse il fido Mignani, gli diede uno dei suoi ricevitori, un fucile carico e lo spedì oltre la collina, a tre km da casa. Unica spiegazione: sbrigati, accendi e, se senti qualcosa, spara!
Il maggiordomo corse oltre la collina. Quei minuti di attesa parvero a Guglielmo interminabili... fremeva, andando avanti ed indietro nella stanza dei bachi. Finalmente, trascorsi i minuti necessari per consentire al maggiordomo di appostarsi nel luogo convenuto, si avvicinò alla trasmittente. Avrebbe dovuto chiudere il circuito tre volte, trasmettendo quella che, nell'alfabeto inventato da Samuel Morse mezzo secolo prima, era la lettera "O". Schiacciò tre volte il tasto, le dita sudate scivolarono dal pomello. Dopo la trasmissione, chiuse gli occhi e trattenne il respiro. Trascorsero alcuni interminabili secondi: il tempo pareva inspiegabilmente dilatato... poi, finalmente, lo sparo di Mignani riecheggiò oltre la finestra, facendo alzare in volo un pigro stormo di tortore.
Dopo quello sparo, il mondo sarebbe stato, per sempre, più piccolo!
Diario delle attività nel programma I.O.T.A. di Vincenzo IK7IMO.
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