Cari amici, mi presento sono Alfredo IK7JWX molti di voi già mi conoscono, per via della passione per i DX che mi accompagna da sempre, sarò felice di condividere con voi alcune tra le mie più belle avventure, per saperne di più visitate la mia pagina su QRZ.com >>> IK7JWX .
Stamani, in una uscita in radio prima del consueto appuntamento con lo smart working, resosi necessario dall'epidemia causata dal corona virus, mi sono imbattuto in una stazione piuttosto lontana...
Nel rumore dei 30 metri mattutini, ho ascoltato un nominativo che non mi giungeva affatto sconosciuto: ZM2AGY, Tony. Ricordo con facilità i callsign di stazioni per le quali ho dovuto un po` combattere e questo era uno di quelli: infatti il Tony che ricordavo e che avevo collegato era ZL2AGY.
Una domanda mi è sorta spontanea: che fine ha fatto il prefisso della Nuova Zelanda?
La risposta è venuta visitando il profilo di QRZ.COM dell'amico Tony: il governo dell'arcipelago ha varato stringenti misure che impongono il lockdown di tutte le attività, esattamente come da noi, per limitare il contagio del COVID-19. I radioamatori che lo desiderano, quindi, possono lasciare per qualche tempo il vecchio prefisso ed adottare, per qualche tempo, il nuovo ZM.
Un modo come un altro per dire: #RestateACasa! E se siete cacciatori di prefissi, potete approfittare per collegare in questi giorni la Nuova Zelanda...
È risaputo che il nostro sole influenza la vita di tutti esseri viventi sul nostro pianeta: senza la sua luce ed il suo calore la vita, così come la conosciamo, non esisterebbe. E se questa regola è fondamentale per tutti gli esseri, assume una valenza straordinaria per l'essere radioamatore!
Il sole, infatti, oltre alla luce ed al calore che sono tangibili nella vita di tutti i giorni, irradia la terra con tale e tanta energia da ionizzare gli strati più alti della nostra atmosfera: una volta ionizzati questi diventano uno specchio che riflette sulla terra le radiazioni elettromagnetiche dello spettro delle onde corte. Se il sole non ci fosse, quindi, le nostre comunicazioni in HF finirebbero disperse nello spazio.
Molto del merito di queste radiazioni, spetta alla presenza di alcune macchie visibili sulla faccia del sole e studiate da molti anni: da loro si irradia una tale energia in grado, anche, di generare le meravigliose aurore boreali, visibili, però, ad elevate latitudini. La presenza di autore boreali è indice di attività solare e, minore è la latitudine in cui sono visibili, maggiore è il lavoro del sole ed il numero delle sue macchie.
Nel 1859, quando ancora lo studio del sole non era coadiuvato da computer, satelliti e sonde spaziali, i giornali del tempo riportarono questi fenomeni visibili addirittura a Roma!
Oggi, invece, siamo ai minimi storici del ciclo solare che, ricordiamo, è di undici anni. Minimi storici significa scarse o nessuna macchia solare, poca propagazione e, spesso, poco rumore nelle bande HF. Al poco rumore si associano anche segnali bassi e rara possibilità di collegamenti a lunga distanza (DX).
I mesi passati, ad esempio, il numero delle macchie solari rilevate dai siti che trattano dell'argomento è stato costante a zero! Bisogna risalire all'estate 2019 per avere un guizzo che si è portato a oltre 20 a maggio per poi discendere inesorabilmente a zero. Ma, in questi ultimi giorni, finalmente, qualcosa è cambiato!
Le macchie sono tornate a crescere: fermo restando un indice di flusso solare (SFI, solar flux index) inchiodato intorno a 70, le macchie sono balzate a 12 il 2 aprile, per salire a 13 nei giorni immediatamente seguenti. A questo lieto evento facevano da cornice i parametri A e K (che sono degli indici che, se molto alti, indicano la presenza di rumore sulle bande HF) molto bassi e un parametro geomagnetico Bz spesso prossimo allo zero o negativo.
Il parametro Bz indica l'attività geomagnetica del nostro pianeta: se alto, è in grado di influenzare negativamente i segnali radio. Un alto Bz, infatti, imprime al segnale un accentuata evanescenza (il nostro famoso QSB), creando, a volte, una tale turbolenza da rendere il segnale addirittura incomprensibile. Al contrario, un valore negativo di Bz, oltre ad influenzare positivamente i parametri A e K (dove uno è la media ponderata dell'altro), riduce il QSB rendendo stabile un segnale.
Pertanto, alcune macchie solari, che favoriscono la riflessione ionosferica, parametri di rumore bassi e poco QSB favoriscono i QSO a lunga distanza anche se con segnali non particolarmente alti ed anche con impianti d'antenna non particolarmente efficienti (nel senso che basta un dipolo, poco più di cento watt in telegrafia per collegare la Nuova Zelanda...)
Non sappiamo quanto durerà questa benevolenza del nostro Sole: essendo, nel 2020 al minimo assoluto, ci sarebbe da aspettarsi una ripresa dell'attività solare ed un aumento della propagazione legato all'avvio del nuovo ciclo che dovrebbe partire proprio tra il 2020 ed il 2021... ma... alcuni non sono così fiduciosi!
A cavallo del 1900, in Gran Bretagna c'era un fisico che si interessava di macchie solari e del ciclo magnetico del sole: si chiamava Edward Walter Maunder. Ebbe la fortuna di vivere proprio nel periodo in cui si sviluppavano gli usi della frequenza come sistema di trasmissione.
Maunder analizzò i dati a sua disposizione del passato, osservò l'evolversi di quelli del suo tempo e fu incuriosito da un periodo in particolare: quello che andava dal 1645 al 1715.
Questo periodo "barocco" coincise, oltre che con lo stile che caratterizza la nostra città, con un periodo divenuto noto come "piccola era glaciale", con freddo intenso dovuto proprio ad una scarsissima attività del sole.
La scarsa attività solare coincise, secondo gli studi di Maunder, con un numero di macchie solari pari a zero: ovviamente non si può assolutamente sapere cosa succedeva alle frequenze radio in quel periodo a cavallo dei secoli barocchi (la radio ancora non c'era), ma sappiamo che se si è verificato allora e prima di allora (si verificò anche, infatti, tra il 1400 ed il 1510), probabilmente potrebbe farlo anche adesso. Ecco perché, alcuni scienziati, prevedono che, anziché risalire, il numero delle macchie continuerà a mantenersi su livelli estremamente bassi, dando luogo ad un nuovo "Minimo di Maunder" nel ventunesimo secolo...
Non so se questa notizia porterà ad una riduzione dei prezzi delle radio sul mercato dell'usato, dovuto ad una vendita repentina di apparati radio dopo queste mie affermazioni... so per certo, però, che i collegamenti, anche in assenza di macchie solari, si possono sempre fare, seppur con segnali bassi.
Inoltre, la pletora di stazioni chiamanti intorno ad una dxpedition importante, attirate dal dxcluster come mosche al miele, mi lascia sperare che le possibilità di DX non mancheranno e, con esse, non mancherà neanche il divertimento.
Quindi, buona radio a tutti!
In questo periodo di quarantena, molta gente si riaffaccia in frequenza.
Approfittando di questi momenti di stop forzato, vecchi appassionati di radio ritornano sulle più disparate frequenze, rimontando antenne, ripristinando lo shack, oggetto, questo, di quella passione, magari sopita ma non del tutto spenta.
Eh, sì: il virus della radio non è una comune influenza. Dopo che l'hai avuto, non passa del tutto ed i suoi anticorpi sono deboli. Alla prima occasione, ritorna, magari più forte di prima.
E parlo per esperienza personale…
Per caso, ascoltando un QSO, mi sono imbattuto nella domanda posta da un corrispondente: chiedeva che lineare acquistare, le caratteristiche consigliate e, soprattutto, la potenza…
Il luogo comune è che, per fare un grande QSO, ci vuole anche un grande lineare. Un pochettino come il tipo che voleva dipingere la grande parete nella pubblicità degli anni '70. Ma è davvero così?
Cominciamo subito col dire che, se la propagazione non ci aiuta, una, cento o mille watt sono, praticamente, irrilevanti. Senza propagazione e con il ciclo solare ai minimi storici, la radio offre poco ed avere un lineare non aiuta.
Anche avere una grande antenna potrebbe rilevarsi un buco nell'acqua: sì, magari riesco ad ascoltare il più piccolo segnalino ma potrebbe essere ugualmente problematico farsi sentire.
Eppure, nonostante la scarsa propagazione, antenne non performanti e poca potenza c'è comunque chi un bel collegamento lo porta lo porta comunque a casa. Infatti, nel carniere dei QSO degli ultimi sono riuscito a metterci un WA1BXY in 40 metri, un ZM4TT in 30, un RJ9I in 20, un VK7BO e UN7ZO in 40 e diversi altri… tutti con la sola verticalina quadribanda trappolata o un dipolo homemade e con un piano di terra non particolarmente efficiente. Quale è il mio segreto? Semplice: il mio segreto è la telegrafia…
Qui rientra il discorso della domanda all'inizio di questo breve documento: vogliamo qualità o quantità?
A mio parere, telegrafia (o CW) significa qualità e pulizia in un QSO. Niente roba superflua, solo l'essenziale. Niente spreco di energia: tutta quella che è disponibile, viene messa in antenna. Anzi, mi basta un piccolo segnale, tirato fuori dal rumore della banda per fare il QSO. Ad esempio, il collegamento con WA1BXY è stato completato con un segnale di 559 in una banda con lo stesso segnale di rumore! Ma il corrispondente era comprensibile e si è potuto completare il QSO senza troppe difficoltà.
In questo mondo ipertecnologico, quindi, la chiave di tutto è la conoscenza personale che, in noi Radioamatori, è molto forte: conoscere significa usare al meglio le tecnologie a disposizione.
Qualcuno potrebbe obiettare che esiste FT8 e che è inutile, nel 2020, continuare ad usare un sistema desueto come il CW. Ovviamente questo è opinabile, in quanto senza una adeguata base tecnologica (niente PC, interfaccia, potenza di calcolo, etc) il collegamento con questo sistema digitale non sarebbe possibile. Nel caso del CW ci sono solo tre elementi: radio, antenna ed operatore. Tutto il resto è superfluo.
Quindi, rifaccio la domanda: è meglio la quantità o la qualità?
Diario delle attività nel programma I.O.T.A. di Vincenzo IK7IMO.
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